In realtà ne ho apprese molte di più, ma 7 è un bel numero…
1) Preparare la besciamella. Perché sì, mia moglie la besciamella la prepara in casa e durante la sua gravidanza ho dovuto imparare a farla io.
2) Non fare oggi quel che potevi fare ieri, perché gli imprevisti se ne stanno buoni buoni, acquattati alla tua porta, pronti a sorprenderti nei momenti meno opportuni.
3) La pazienza ha un limite e quella di un uomo con la moglie incinta si rappresenta così (non me ne abbiano a male le donne):
4) Aiutare a fare i mestieri in casa è una cosa, gestirla in toto un’altra.
Ho sempre avuto rispetto per mia madre che affiancava lavoro e cura della casa e ho acquisito maggiore consapevolezza dell’impegno che richiede dopo aver iniziato a vivere con la mia futura moglie, ma solo con la sua gravidanza ho veramente capito l’abnegazione, la fatica e l’amore che richiede (anche se in mezzo c’è stata una splendida parentesi di caos e precariato igienico-sanitario chiamata “convivenza con un amico”).
5) Più la pancia cresce più trovi bella tua moglie e un po’ ti spiace che dopo il parto sia scomparsa.
6) Quando assisti alla prima ecografia trattieni le lacrime, alla seconda resisti ancora e ti autoconvinci di riconoscere testa, braccia e gambe della tua erede (ma in realtà non ti raccapezzi per nulla). Giunto alla morfologica (per di più in 3D) scoppi a piangere, dalla successiva in poi ridi come un idiota guardando tua figlia mettersi le dita in bocca.
7) Assistere al parto è un’esperienza straordinaria, impossibile da descrivere e infatti non lo farò, ma se per un istante, un solo lungo istante, ho colto l’essenza del sacro, del mana, è stato durante il travaglio di mia moglie (e a quei, spero pochi, papà che temono di impressionarsi durante il parto dico che ci sono film horror molto più splatter).