Non credo che manifestare solidarietà sui social sia efficace se l’atto è dettato (come spesso succede) dal clamore del momento e non rispecchia il modo in cui viviamo la quotidianità; e di certo non sta a me (e non è mia intenzione) giudicare il comportamento di nessuno. Non sono però l’unico a notare come nell’ondata di partecipazione al dolore per la strage di Orlando non sia partito – se non in tono minore (controllate su Twitter) – l’ormai tristemente tradizionale #jesuis. Probabilmente quando a essere toccata è la nostra sfera più intima, quella legata ai sentimenti e alla sessualità, tutti (soprattutto noi maschietti) facciamo un po’ fatica a fare quel passetto per paura che identificarci/accostarci a una sessualità altra possa mettere in dubbio la nostra (virilità aggiungerei in corsivo). Per questa ragione oggi mi sento di scrivere #jesuishomo #jesuisgay