Ex nihilo nihil fit e naturalmente Nichel. A caccia nel gulag non fa eccezione, ecco quindi la breve Nota storica pubblicata a conclusione del fumetto che racconta – in breve – la storia di Noril’sk, la città in cui è ambientato. Una storia, quella di Noril’sk, così terribile e affascinante da aver generato il soggetto quasi spontaneamente.
Noril’sk, la città in cui è ambienta Nichel. A caccia nel gulag, esiste veramente e si trova in Siberia.
Fondata ufficialmente nel 1935 col nome di Norillag, si trattava inizialmente di un gulag, un “campo di lavoro” dove uomini e donne invisi al regime venivano inviati per essere “corretti” nelle miniere di nichel.
Nel 1953, alla morte di Stalin, ebbe luogo – come raccontato nella nostra storia – una rivolta non violenta che venne soppressa nel sangue. Naturalmente i lupi, i servizi segreti deviati protagonisti del racconto, sono una nostra invenzione; la sofferenza delle vittime fu invece reale, si stima infatti in 17.000 il numero di morti alla chiusura del gulag.
Le miniere e le fabbriche di Noril’sk sono ancora attive e la rendono uno dei luoghi più inquinati al mondo e, allo stesso tempo, uno snodo di cruciale importanza per la Russia attuale. Non a caso l’accesso a Noril’sk – che con la caduta dell’Unione Sovietica era finalmente diventata una città libera – è regolamentato da norme molto rigide.
L’idea per questo fumetto nasce dalla lettura di uno splendido reportage di Elena Chernyshova pubblicato dal «National Geographic» (in Italia sul numero di gennaio 2014).