Non ho mai amato i fumetti di Tex Willer. Quando ero ragazzino, mio padre provò più volte a farmi leggere le storie del ranger bonelliano ma non ci fu nulla da fare, a me piacevano Dylan Dog e Martin Mystère.
Un mese fa i miei genitori sono venuti a trovarmi a Milano per conoscere la nipotina e trascorrere il Natale insieme. Per l’occasione, ho acquistato qualche numero di Tex in modo da far trovare a mio padre qualcosa da leggere per ingannare i tempi morti. Quegli albi li ho letti anche io e – con mia grande sorpresa – ho scoperto che ora Tex mi piace! Sul perché ci ho riflettuto a lungo (no, non è vero. Ci ho riflettuto tra un cambio di pannolino e un ruttino, ma tant’è…) e alla fine sono giunto alla conclusione che:
Tex mi piace perché è di modi spicci. Se qualcuno non è d’accordo con lui, due schiaffoni e via. La cosa si chiude così, senza rancore.
Tex mi piace perché sa sempre cosa fare e non sbaglia mai. Che sia una contesa tra due tribù indiane o un assalto a un treno da sventare, non c’è di che preoccuparsi. Ci pensa Tex!

Tex mi piace perché nel bel mezzo di una sparatoria con degli indiani, trova il tempo di recuperare la bambola di una bambina che ha appena perso la mamma.
Tex mi piace perché ha tre pard, tre compagni. Tre amici fidati, uno dei quali è Kit Willer, suo figlio.
Tex mi piace perché, per me che non lo avevo mai letto prima, è allo stesso tempo una sorpresa e rassicurante.
Ma in fin dei conti Tex mi piace perché è esattamente come vedevo mio padre da bambino: forte, giusto e coraggioso, sempre impegnato ma mai così tanto da non avere tempo per i suoi figli. Oggi leggere Tex, per me, è come prendere in consegna un testimone. Essere io per mia figlia quello che mio padre è stato (ed è ancora) per me.
PS: Tex mi piace perché ha una qualità media del disegno impensabile per qualunque altro fumetto. Questo punto stonava con i precedenti ma non potevo ometterlo!